7ª Puntata Rai Radio 1 sull’Educazione Emotiva: Rosanna Schiralli Indica Come Gestire la Guerra dei Compiti a Casa

“La guerra dei compiti a casa”: Ascolta la puntata > Rai Radio 1: “Formato Famiglia” del 16/04/2024


La dott.ssa Rosanna Schiralli interviene nella settima puntata di un’interessante rubrica dedicata all’educazione emotiva, in onda il martedì, ogni quindici giorni, durante la trasmissione radiofonica Formato famiglia condotta da Diana Alessandrini. Si tratta di una sorta di corso radiofonico per genitori, docenti ed educatori, un’importante opportunità per capire il grande valore dell’educazione emotiva.

Si alternano negli interventi la dott.ssa Rosanna Schiralli e il dott. Ulisse Mariani, psicologi, psicoterapeuti, formatori ed ideatori del Metodo della Didattica delle Emozioni®, un Metodo® nato da 20 anni di studi e di esperienze dirette nella cura dei disagi dei bambini, degli adolescenti e dei giovani.

In questa puntata, la settima, Rosanna Schiralli si rivolge in modo particolare a genitori ed educatori, spiegando come superare l'”incubo” dei compiti pomeridiani a casa.

I Compiti a Casa: un Fenomeno Sociale

All’inizio dell’intervista, la dott.ssa Schiralli fa notare che, se fino a qualche decennio fa svolgere i compiti a casa era un cruccio, una preoccupazione, un peso per gli alunni, oggi è diventato un fenomeno sociale, ed una questione che coinvolge tutto il nucleo familiare. Le mamme, e talvolta i papà, sono costretti a mettersi interi pomeriggi letteralmente al servizio dei propri figli che sono disattenti, deconcentrati, svogliati ed esigono la loro presenza, il loro aiuto e a volte addirittura che si sostituiscano nello svolgimento dei compiti.

E così, i genitori sono costretti a ripassare insieme ai propri figli tutto il programma delle elementari e delle medie, ad arrabbiarsi per ore ed ore, mentre i gruppi Whatsapp dei gruppi classe brulicano di scambi di messaggi per capire quali siano i compiti da svolgere!

Cosa Fare? Le Regole d’Oro da Seguire

1 – L’alunno deve imparare ad impegnarsi

“Prima di tutto – ribadisce Rosanna Schiralli – occorre pensare che nella vita c’è bisogno di saper affrontare le frustrazioni, di saper impegnarsi, faticare, ma anche di mettere la passione nelle cose. Certo, l’alunno, soprattutto quello piccolo, non ha la percezione che l’obiettivo dello studio a casa non è solo quello di consolidare l’apprendimento, ma anche quello di imparare a faticare un po’“.
La dott.ssa Schiralli osserva brillantemente che, per abitare la Storia, bisogna abitarla non da comparsa, ma da protagonisti, che siano in grado di impegnarsi, di assumersi delle responsabilità, altrimenti nella Storia si avrà un ruolo passivo. Sottolinea con enfasi, inoltre, che i nostri bambini, i nostri ragazzi saranno i futuri uomini e donne di domani e che la scuola è l’unica capace di fare questa sintesi tra quello che è il dovere, l’etica e quello che è l’impegno e anche il piacere di apprendere. I genitori hanno altresì l’importante ruolo di contribuire al raggiungimento di questi obiettivi.

2 – I genitori non devono lamentarsi di fronte ai figli della mole dei compiti

A volte sono gli stessi genitori che si lamentano della quantità dei compiti assegnati ai figli. Così facendo, il bambino o il ragazzino si sente demotivato, supportato in questa demotivazione e legittimato a non studiare o a fare rimostranze nei confronti dei docenti.

3 – Non sostituirsi mai ai propri figli nello svolgimento dei compiti

Se i genitori si sostituiscono nell’esecuzione dei compiti, i bambini ed i ragazzi ricevono un messaggio completamente distorto. È importante non studiare mai al loro posto.

Cosa fare se il bambino si rifiuta di fare i compiti? Cosa Suggerisce l’Educazione emotiva?

  1. È necessario mantenere la calma, avere pazienza ed essere fermi nella decisione presa. “Sicuramente – replica la dott.ssa Schiralli – ci sarà un braccio di ferro. All’inizio, quando noi proporremo a nostro figlio di fare i compiti in autonomia, lui si opporrà, dicendo che non andrà a scuola, che non farà i compiti e che il maestro lo sgriderà. Bisogna dire con calma: << Va bene, guarda, vedi tu come puoi fare >>”.
    La dottoressa spiega ai radioascolatatori che il dissenso del figlio ha anche lo scopo di sondare quanto i genitori siano convinti di questa nuova regola riguardo ai compiti: “È come quando si scuote una sedia per sentire se ci si può sedere”.
  2. Possiamo rispecchiare a volte una giornata in cui nostro figlio ha molti compiti, dicendo: <<Mannaggia, lo capisco che quando c’è il sole fuori vorresti andare a giocare subito, però bisogna impegnarsi. Vedi un po’, più ti concentri e prima ti sbrighi>>. Lui così percepirà che noi sentiamo ciò che prova, che avvertiamo che è faticoso studiare. E per lui questo è molto importante.
  3. Possiamo aiutare nostro figlio ad organizzarsi, possiamo incoraggiarlo, possiamo affiancarlo qualche volta in qualche ricerca per il gusto di condividere una nuova scoperta, ma senza mai mettersi a fare i compiti al suo posto.
  4. È opportuno, inoltre, parlare con l’insegnante chiedendo un’alleanza educativa. Il docente deve sapere che a casa il bambino comincerà a fare i compiti da solo, che egli è naturalmente contrariato, che potrebbe arrivare a scuola con i compiti non fatti o fatti molto male. Se l’insegnante collaborerà, in un paio di settimane l’obiettivo sarà raggiunto!

Ascolta la quinta puntata della rubrica radiofonica sull’educazione emotiva. Ospite: la dott.ssa Rosanna Schiralli> Rai Radio 1: “Formato famiglia” del 16/04/2024

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