Queste quattro dimensioni: mercificazione, poco contenimento, castrazione del comportamento esplorativo e non incontro, provocano, intersecandosi, forti ripercussioni sulla crescita dei bambini. Basterebbe spesso saper dire “No” ai nostri figli, ma è una scelta impegnativa!

L’articolo che segue è tratto dal libro “Alunni cattivissimi: come affrontare il bullismo, il vandalismo, l’iperattività e altro ancora” di Ulisse Mariani, Franco Angeli Editore.

Nel nostro Paese, la prevenzione del disagio e la promozione del benessere degli alunni non è mai stata presa in seria considerazione. Probabilmente perché non paga a livello politico, perché i risultati tendono a vedersi avanti nel tempo e non nell’immediato e, infine, perché non c’è una cultura in grado di stratificare strategie, conoscenze e buone pratiche per affrontare e risolvere i tanti problemi posti dai bambini e dai ragazzi all’entrata a scuola.

Allora qual è la prevezione del disagio che funziona? Nelle scuole italiane purtroppo si pensa spesso che prevenzione sia sinonimo di informazione, ottenendo così risultati addirittura controproducenti.

Un gran numero di genitori, soprattutto mamme, è convinto che occorra eseguire i compiti a casa insieme ai figli, mettendo in atto estenuanti e faticosissimi bracci di ferro. Si tratta di un’attività controproducente per lo sviluppo sano del bambino e per una buona relazione genitori-figli.