La conquista della capacità autoriflessiva, di una maggiore autonomia e di tante altre importanti competenze implica da parte dei figli preadolescenti l’assunzione di nuove responsabilità e di impegni concreti. Purtroppo molti genitori, forse in virtù di quella difficoltà a cambiare “ritmo educativo”, continuano a relazionarsi come fossero ancora al cospetto di bambini inermi e ancora completamente dipendenti.
La Tecnica dell’Esonero Adottata dai Genitori
Si attua pertanto, con frequenza, la tecnica dell’esonero: per alleviare ogni incombenza ai figli, ritenendoli incapaci, deboli o non ancora pronti, moltissime mamme e molti papà si sostituiscono a loro risparmiando loro ogni tentativo di misurarsi con il quotidiano, ogni sforzo, ogni passo, ogni semplice esplorazione (“Lascia perdere! Faccio io, altrimenti stiamo qui fino a stasera”; “Non preoccuparti! Esci pure con i tuoi amici, alla cameretta penso io più tardi”; ”Tu fai i compiti; il bagno lo sistemo io”).
Conseguenze sui Figli
Tra un esonero e l’altro, i ragazzi percepiscono l’estraneità al mondo e alle cose concrete che li circondano e l’incapacità di agire sulla realtà: rimangono spesso dei piccoli geni, armati di tastiera, mouse e cellulare, senza la pur minima capacità di fare qualsiasi altra cosa.
L’esonero poi, con il tempo, può diventare un diritto acquisito, trasformando i figli in perfetti “imbranati”, incapaci da un lato di incidere autonomamente sulla quotidianità, dall’altro sempre più esigenti e arrabbiati, proprio perché avvertono la difficoltà e l’incapacità di gestirsi.
Potrebbe Interessarti Anche:
- Dalla pulsione all’emozione
- Il decalogo del genitore (quasi) perfetto
- Le regole fanno bene al cervello
- Il potere contrattuale dell’educazione: garanzia di benessere e salute per i figli
- Bisogna saper dire “No” ai nostri figli! Guida ad uno sviluppo sano
- Il Metodo migliore per educare i figli? I neuroni specchio ce lo indicano
- Con i neuroni specchio sentiamo ciò che sente l’altro
- È sbagliato fare i compiti a casa insieme ai figli. Perché?