Padri e madri si trovano poco attrezzati ad esercitare il ruolo a cui sono destinati dopo l’arrivo di un figlio: accudire, stimolare, educare.
La maggior parte degli adulti pensano ai bambini come fonte di preoccupazione e cercano di gestire il loro tempo, di organizzarli continuamente, per farne dei piccoli capolavori. La loro diventa una vita scandita da tutta una serie di attività riducendo, o addirittura annullando, i margini di espressione spontanea e di creatività caratteristici dell’infanzia.
La realtà è sempre più virtuale con ritmi troppo veloci per essere vissuta. I bambini devono crescere in fretta per rendersi autonomi, nel più breve tempo possibile, adeguandosi all’ambiente in cui vivono, in un mondo di grandi che non vogliono crescere. I bambini vengono gestiti soprattutto in funzione del disagio che creano.
Genitori e figli fanno anche le stesse cose: giocano su Internet, guardano i medesimi programmi in TV, usano lo stesso linguaggio e reagiscono allo stesso modo.
Adulti Non Amici Paritari, ma Capaci di Accogliere e Contenere
L’adulto cerca complicità, piuttosto che mettere in atto un processo educativo, ma, per diventare grandi e staccarsi dal nido, i piccoli hanno bisogno non di adulti amici paritari, ma di adulti capaci di accogliere e contenere, mettendo dei limiti e insegnando loro il sacrificio e la rinuncia.
È indispensabile che gli adulti si assumano la responsabilità, in modo da riconoscere ai bambini il diritto di esistere e di essere accompagnati verso l’adultità.
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