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Docente Empatico. Quali Sono le Sue Competenze? 6 Pratici Consigli

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Ulisse Mariani
Docente empatico

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Come diventare un docente empatico? Come si sa l’empatia si apprende: i neuroni specchio, la base biologica delle condotte empatiche, si attivano in presenza di figure adulte che riescono a sintonizzarsi con i bisogni e gli stati d’animo del bambino fin dai primi istanti della vita.
Un docente, un insegnante, un educatore (la stessa cosa vale ovviamente per un genitore) dovrebbero dunque essere in grado di contagiare empatia ai propri alunni e sollecitarne la crescita. Come si fa ad insegnare l’empatia a bambini ed alunni più grandi?

Ecco di seguito sei consigli pratici, molto semplici, da mettere in atto in classe tutte le mattine; sei modalità per veicolare vicinanza e per costruire una relazione empatica e nutriente.


Il docente empatico, allenatore emotivo, è autorevole

Per fare in modo che i vostri alunni non rimangano prigionieri delle pulsioni, ma crescano con equilibrio e siano in grado di affrontare e sostenere le inevitabili frustrazioni della vita, dovete fare in modo che in loro, dalla corteccia frontale al cervello inferiore, si sviluppino le vie nervose del controllo (una sorta di freno a mano)

Queste competenze e queste strutture nervose si organizzano solamente attraverso ingiunzione di regole e condotte di autorevolezza. Lasciare i bambini senza regole, senza indicazioni, senza alcun contenimento, accontentandoli in ogni loro richiesta, mortifica la costruzione di queste importanti vie nervose, relegando bambini e ragazzi alla rabbia perenne, all’insoddisfazione, all’insicurezza, all’ansia e alla continua conflittualità e relegando voi allo sfinimento, alla delusione, all’asservimento, al tentativo reiterato ed inutile di placare i tiranni di classe.

Il contatto fisico

Tra tutti i nostri sensi, il tatto è quello più esteso; praticamente coincide con l’intera area del nostro corpo.
Questo canale di comunicazione è foriero di rassicurazione, vicinanza, stima; inoltre favorisce identificazioni positive, senso di identità, affetto incondizionato.
Si pensi, per esempio:

  • all’improvvisa carezza sulla testa di un alunno (di qualsiasi età), magari senza motivo, di un docente mentre gira tra i banchi;
  • alla carezza sulla guancia ad un alunno dopo aver parlato di un problema o di una situazione, piacevole o spiacevole che sia;
  • ad una carezza costante, offerta tutti i giorni all’ultima ora, dal docente ai suoi alunni sulla porta della classe mentre escono.

Il docente empatico parla di sé: racconta storie ed altre amenità

I vostri alunni amano conoscere la vostra storia e i vostri sforzi per diventare… grande!

Un po’ di umorismo

Se poi a qualche carezza e a qualche storia sulla vostra vita da alunno sfigato o da alunno modello riuscite ad essere anche un po’ divertenti, utilizzando l’umorismo, siete proprio al top. Tutti gli studi svolti in questo ambito affermano che l’umorismo o comunque forme di relazione basate sul ridere:

  • favoriscono un buon clima in classe;
  • migliorano la relazione studente-insegnante;
  • facilitano l’apprendimento;
  • facilitano l’espressione emotiva;
  • stimolano l’attenzione e l’interesse;
  • migliorano la gestione dei conflitti.

Il valore della musica

Descolarizzare un po’ la musica e musicalizzare di più la scuola potrebbe essere un ottimo espediente per aggiungere ancora qualcosa al bagaglio di competenze del docente empatico.

Va bene la musica classica così come il progressive rock degli anni settanta (Pink Floyd, Genesis; non li conoscono, ma tranquilli: ne rimarranno estasiati); il rap così come il pop più effimero ed attuale; le sinfonie dei cantautori italiani così come l’hard rock più incisivo e ritmato (Led Zeppelin, Deep Purple, Rolling Stones).

Sorridere e incoraggiare