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Bambini Sicuri ed Autonomi: Qualche Consiglio

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Ulisse Mariani

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I bambini che sviluppano un attaccamento sicuro sono generalmente partecipi, curiosi e più tolleranti alle frustrazioni; attendono con fiducia le rassicurazioni dei genitori e si calmano con prontezza allorché arrivano i giusti abbracci. Quando
saranno più grandi, mostreranno maggiore impegno nel gioco, un’attenzione più strutturata ed efficace, una più intensa interazione e socializzazione con gli altri ed
una discreta disponibilità alla cooperazione.
Per favorire nei figli tale sicurezza occorrono genitori affidabili, sensibili, coerenti
e soprattutto prevedibili nei gesti e negli atti di accudimento.
L’attaccamento sicuro e i suoi buoni effetti si producono grazie infatti alla
capacità dei genitori di rispondere positivamente, in modo congruo e tempestivo, ai
bisogni del figlio, rispecchiando i suoi stati d’animo e le sue sensazioni.
Sintonizzarsi con attenta valutazione sulle richieste del piccolo, fornendo
risposte puntuali, prevedibili ed esaustive, appare condizione necessaria per farlo
crescere bene.
I figli hanno bisogno di sentire negli adulti di riferimento la calma, la coerenza e
l’autorevolezza per identificarsi con loro e sentirsi pertanto sicuri. Una buona
sintonizzazione rende fluida la comunicazione e più facile il rispecchiamento delle
sensazioni provate, in quanto assumono più valore e più significato.
A livello neurofisiologico si avrà inoltre un’abbondante produzione di ossitocina,
serotonina, oppioidi naturali ed altre sostanze chimiche in grado di favorire
benessere, tranquillità e più efficaci condotte esplorative.
Con risposte e abbracci sicuri il bambino distoglierà l’attenzione dalla
complessità dell’ambiente e dalle sue asperità, favorendo stati di affidamento e
tranquillità sempre più intensi e duraturi. Sicurezza e tranquillità, se stabili nel
tempo, plasmeranno e addirittura consolideranno la stessa organizzazione della
struttura del cervello e di alcuni circuiti del sistema nervoso in grado di promuovere
a loro volta, a cascata, cambiamenti evolutivi e costruttivi.
Promuovere un attaccamento sicuro significa pertanto favorire nei bambini un
livello più alto di funzionamento del cervello e permettere una più ampia capacità
di sintonia per sviluppare la propria identità.
Ma non basta.
Per aiutare il bambino ad acquisire benessere, fiducia, sicurezza ed una
sensazione di efficacia nell’affrontare le situazioni di pericolo e di incertezza
occorrerà anche che i genitori sappiano in seguito offrire limiti per contenere con
gradualità le sue richieste. Ogni bambino tende naturalmente a volere tutto e
subito, alla stregua di un piccolo tiranno onnipotente. Affinché non venga lasciato
in balia di queste sensazioni onnipotenti, della pulsione di volere tutto e subito e
di bisogni non in grado di sostenere e gestire, rischiando di esserne sopraffatto,
occorre assolutamente autorevolezza.
I limiti imposti dai genitori autorevoli quindi, contenuti ovviamente entro livelli
non traumatici ed accettabili, saranno successivamente utilizzati dal figlio per
modulare, accettare e superare le inevitabili difficoltà della vita e le ineluttabili
frustrazioni che la stessa vita riserva.
Dare regole ed essere autorevoli costituisce dunque l’altro importante aspetto
educativo per promuovere benessere e sicurezza nei figli.
Dal punto di vista pratico, per rendere sicuri i figli sarebbe pertanto necessario
adottare il seguente decalogo:

  • essere attenti alle richieste che provengono dal bambino;
  • distinguere le numerose richieste dei piccoli senza confonderle fra di loro;
  • ricordarsi che il pianto, almeno fino ad una certa età, rappresenta l’unica
    modalità di comunicazione e quindi non deve essere ritenuto soltanto quale
    sintomo di dolore o disperazione;
  • dare risposte prevedibili, evitando confusione, contraddizioni, ambiguità e non
    chiarezza;
  • rispondere in modo tempestivo alle richieste di cura e vicinanza del bambino,
    abituandolo nel tempo anche a fargli attendere un po’ il soddisfacimento del
    bisogno, in modo che impari a trovare da solo risposte consolatorie e soluzioni
    autonome;
  • evitare oscillazioni confusive nell’offerta di accudimento (mostrarsi, per
    esempio, molto disponibili ed affettuosi e altre volte, nella medesima situazione,
    diventare all’improvviso nervosi, distanti e scontrosi è sconsigliabile);
  • porre dei limiti, evitando di essere sempre a disposizione;
  • non mostrarsi costantemente ansiosi, preoccupati o impauriti per ogni
    piccolo segnale di disagio proveniente dal bambino (potrebbe avere
    semplicemente un po’ di fame o sentire soltanto troppo caldo: niente paura!);
  • astenersi dall’anticipare ogni azione ed ogni condotta esplorativa dei piccoli,
    nella convinzione di aiutarli o non farli faticare;
  • abbracciarli spesso; sembra un consiglio scontato, ma non lo è.